
Ho ripreso l’idea per questo post dal film “Memorie di una Geisha” che, come ho detto nelle storie, ho visto stasera per la prima volta nella mia vita.
La poesia scolpita sulla pietra nel tempio si intitolava “La mancanza” e aveva tre parole che poi erano state cancellate perché non si può leggere la mancanza, solo avvertirla.
La mancanza, così come l’assenza, è un’emozione che toglie: si tratta di un genere di sensazione che si palesa solo quando non c’è qualcos’altro, solo con l’assenza.
Quando, pertanto, scrivete a qualcuno che vi manca già non è possibile che sia vero. Il solo fatto che possiate raggiungere quella persona denota che la sua presenza sia ancora tangibile. E il solo fatto che l’altro legga le vostre parole le rende vane perché quell’atto, quella lettura fa in modo che la mancanza sparisca perché l’altro la recepisce, la coglie e così torna a essere presente.
Se qualcuno ci manca davvero noi lo sentiamo perché quel qualcuno ovunque ci voltiamo, non c’è. Quella è la mancanza.