Care alunne,
Avevo pensato di regalarvi mimose ma credo sia meglio regalarvi delle parole che celano un messaggio.
Innanzitutto mi rivolgo a voi che vivrete, ahimè, questa esperienza diretta sulla vostra pelle, crescendo. Di quale esperienza parlo? Quella di essere nate donne.
Oggi è l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, quella che tutti chiamano “Festa della donna” ma in realtà, anche in questo caso, c’è ben poco da festeggiare: dobbiamo infatti ricordare le donne morte in quella fabbrica per assicurarsi il proprio diritto di lavorare.
Perché sì, lavorare, per noi, non era un diritto di nascita, ce lo siamo dovute guadagnare, così come il diritto di avere un’istruzione e pensare che nel mondo ci sono ancora bambine che non lo hanno questo diritto.
L’otto marzo lo hanno scelto perché ognuna di noi oggi continua a lottare affinché un giorno possa essere considerata per la propria testa e non solo per il suo aspetto, noi lottiamo perché un giorno avremo la stessa possibilità di avere un lavoro senza che ci venga chiesto se abbiamo intenzione di avere dei figli, noi lottiamo per non essere più giudicate, perché è quello che pesa di più: il giudizio.
Ed è adesso che mi rivolgo a voi invece cari alunni, io ho fatto l’insegnante perché così le ragazzine potessero diventare donne adulte consapevoli di ciò che dovranno affrontare ma anche per aiutare voi maschietti a crescere portando e nutrendo un profondo rispetto per loro che lottano e lotteranno ogni giorno.
Io confido che un domani, quando sarete grandi, nessuno si permetterà mai più di chiedere a una donna di quale uomo sia, io spero che un domani ognuna di voi diventi responsabile e risoluta, senza aver bisogno di nessuno accanto. Io mi auguro anche che i vostri amici e amori di un domani saranno stati cresciuti con chiaro in mente cosa una donna debba affrontare davvero ogni giorno.
Faccio l’insegnante per illuminare più cammini possibili a diventare donne e uomini consapevoli perché se si vuole davvero essere considerati con parità bisogna comportarsi da pari in tutto, cominciando dalle piccole cose per arrivare alle grandi.
Io l’otto marzo lotto per questo.
Tu lotti con me?
