Ieri, a Forlì, si è tenuto un incontro con Franco Nembrini, alcuni di voi lo ricorderanno per la serie su Dante in televisione, altri non sapranno minimamente chi sia, altri ancora ne saranno accaniti fan.
Ho partecipato all’incontro molto entusiasta, quando si tratta di persone che fanno il mio lavoro o ne sono vicini io adoro ascoltare e Franco Nembrini si è rivelato essere una di queste persone.

Sicuramente le sue idee non coincidono perfettamente con le mie sotto diversi aspetti. A cominciare dal fervente credo cattolico fino al fatto che abbia screditato la mia amata Puglia o il pensiero di Cartesio e del suo “Cogito ergo sum”. Io credo ferventemente che pensare ci renda esistenti, che il nostro essere sia profondamente connesso al pensiero.
Nonostante ciò su una cosa sono assolutamente d’accordo: il tema dell’EDUCAZIONE.
Per Nembrini “Gli adulti danno comunque l’esempio. Senza possibilità di scelta.”
C’è un grandissimo terrore che hanno i genitori che è quello che un figlio non faccia le scelte che loro vorrebbero che facesse. Tendenzialmente frenate dalla paura. Paura di cosa? Che i figli facciano del male o che venga loro fatto del male.
Bisogna slegarsi da queste paure perché l’unico vero modo di amare a questo mondo è lasciare l’altra persona libera di scegliere della propria vita. Fare in modo che non si senta amato solo a determinate condizioni ma che si senta amato incondizionatamente.
A volte è proprio questo il problema i figli si sentono amati solo se non sono loro stessi, solo se ottengono degli obiettivi, solo se… si dimostrassero migliori di ciò che sono.
Bisognerebbe lasciarli liberi ed essere da esempio con le azioni, perché sono quelle che incidono più di tutte le parole che mai potremo dire.
L’educazione è naturale e non ci si deve impegnare per ottenerla, bisogna solo diventare modelli a cui ispirarsi nella vita. Sia come genitori che come insegnanti.
Diventare modelli a cui i ragazzini possano guardare con speranza e fiducia e da cui possano apprezzare il valore della vita.
Niente di più speciale perché è questo il vero motivo che mi ha spinta a diventare un’Insegnante. L’unico vero modo per poter lasciare il segno.
Per me è stato proprio così: valevo per i miei genitori solo se avevo un 8 come rendimento a scuola. E finita la maturità le mie scelte erano diverse dalle loro: non li ho più visti e sentiti. Ci siamo separati
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Mi dispiace molto per la tua storia. Non dovrebbe mai andare così.
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