Perché non mi sento offesa dalla frase di Concita De Gregorio

Il parallelismo tra i nostri politici e gli studenti dell’alberghiero è così sbagliato? Per me è piuttosto calzante. La nostra classe politica è scelta dall’italiano medio che è proprio colui che, mi duole dirlo, ha studiato in un alberghiero.

Per questa situazione, però, non dovremmo prendercela con la giornalista e la sua battuta di buono o cattivo gusto lascio a voi deciderlo, ma piuttosto dovremmo prendercela con il modo in cui è stata concepita dall’inizio la scuola italiana. Dove i Licei sono scuole di Serie A, i Tecnici di serie B e i Professionali di Serie Z.

Sono stati pensati così proprio per formare professionisti o dipendenti. Ed è normale che questa idea sia ancora radicata, perché da quando sono state partorite queste differenziazioni la scuola italiana non è cambiata di molto.

L’unica modifica che c’è stata per evitare le differenziazioni tra scuole è stato aumentare il numero dei Licei con la riforma Fioroni. È una cosa corretta avere UNDICI INDIRIZZI soltanto per i Licei? È stato utile soltanto per dare credibilità ad alcune scuole che la stavano perdendo come l’Istituto d’Arte che è diventato Liceo Artistico perché effettivamente non rilasciava un diploma fruibile nel mondo del lavoro, per cui l’hanno fatto evolvere in Liceo per poter dire “Dopo devi frequentare l’Università”. E da qui tutti i qui pro quo di coloro che affermano di frequentare il Liceo Classico ma in realtà frequentano un nuovo indirizzo sperimentale che ha sede nel Liceo Classico ma dove non si studiano il Greco e il Latino. Solo per poter dire che si è frequentato il Classico e sempre perché alcune scuole sono ritenute di serie A e altre di serie B.

In effetti credo che se Concita De Gregorio avesse fatto un parallelismo tra Harvard e il Liceo Classico Parini di Milano, non avrebbe reso un concetto che, ahimè, è molto amaro ma è realistico: la nostra classe dirigente non ha le competenze necessarie per essere dove si trova.

E questo non è il motivo per il quale Giovanni il Pizzaiolo dovrebbe offendersi. Lui sa sicuramente fare delle ottime pizze ma non può e non dovrebbe fare il politico!

Dovremmo vivere in una società che ci faccia capire che lo studio e le competenze specifiche ti portano ai vertici, non una botta di fortuna!

Un altro aspetto su cui riflettere è l’antimeridionalismo insito nella frase della De Gregorio, perché proprio un alberghiero di Massa Lubrense? E non del Nord?

Prima di esprimermi faccio una premessa: sono Pugliese, quindi anche io provengo dal Sud Italia anche se sono consapevole di provenire dalla parte privilegiata.

Nonostante fosse così, però, sin da bambina sono stata educata a non frequentare determinati posti perché “c’era brutta gente ed era pericoloso”. Sono stata educata anche al fatto che le persone “per bene” frequentavano i Licei, mentre le altre scuole le frequentavano persone da cui era meglio stare lontani.

È ovvio che fosse una generalizzazione. Al Liceo Classico ho conosciuto anche persone riprovevoli così come ho conosciuto gente meravigliosa e intelligente che frequentava i professionali. Di fatto, però, quella generalizzazione aveva un fondo di verità: non si sceglieva la scuola per propensione o inclinazione ma perché se eri una persona per bene dovevi andare al Liceo.

Questo modo di pensare ho notato, lavorando al centro Nord, che è molto meno radicato qui rispetto al Sud.

Al Meridione infatti, se vuoi lavorare DEVI frequentare l’Università, al Nord essendoci molte più aziende e fabbriche, in molti dopo la scuola superiore riescono a occupare posizioni consone al proprio titolo di studio. Basti pensare all’Alternanza Scuola Lavoro che al sud viene svolta prettamente negli enti pubblici perché ci sono poche aziende che possano accogliere degli stagisti.

A tutto questo aggiungo che nel Mezzogiorno ci sono tantissime realtà difficili, ancora e purtroppo. Una situazione che ci trasciniamo dall’Ottocento e che è stata aggravata dalla presenza di Giolitti in Italia.

E certo, io provengo da una realtà privilegiata ma, di fatto, non è desueto incontrare classi dove i ragazzi conoscono meglio i propri diritti nel caso in cui dovessero ritrovarsi in carcere, piuttosto che chi sia Dante Alighieri.

E con questo non voglio dire che al Nord non ci siano queste situazioni complicate: io stessa ho insegnato in una scuola di Milano dove avevo qualche ragazzino che viveva in Casa Famiglia e aveva situazioni molto difficili alle spalle.

Di fatto, però, la situazione è molto meno stigmatizzata e le classi molto più amalgamate in quanto si sceglie in base alle propensioni e non perché in quella scuola ci sia “bella” o “brutta” gente.

Non ritengo che questo sia un ragionamento antimeridionalista, più una presa di coscienza del fatto che ci siano ancora delle differenziazioni tra scuole e tra nord e sud radicate, su cui dovremmo riflettere anziché attaccare chi lo rimarca. Portarlo alla luce è stato, anzi, corretto per fare in modo che se ne parli e le cose, finalmente, inizino a cambiare.

Pubblicato da Caffè Letterario di Effe

Prof. e Content Creatore su Instagram, TikTok e YouTube. Mi piace parlare di ciò che ho studiato e dei libri che ho letto e continuo a leggere. Ho creato un gruppo di lettura e ogni mese scegliamo un libro da leggere insieme.

2 pensieri riguardo “Perché non mi sento offesa dalla frase di Concita De Gregorio

  1. l’Italia è un paese classista, ferocemente classista. Tra Canada, USA, Belgio, Francia, Germania e Spagna, tutti paesi dove ho vissuto e lavorato il piu’ drammaticamente ed ostentatamente classista. E il punto di partenza è li, in quella selezione che tu giustamente vedi. Posso dirti, che al Sud, dove sono nato e vissuto, il classismo, è ancora piu’ forte e marcato che al Nord, dove grazie a quello che era il suo tessuto industriale, specie nelle 3 grandi metropoli, un po’ questo si attenuo’. Il fatto che il discorso che citi provenga da una donna di sinistra, mi da solo conferme e nessuna fonte di novità.

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