Diciamolo a gran voce, questa ragazza, mi dispiace comunicarvelo, non è un genio, come qualcuno ha cercato di farci credere.
Erano mesi che si spacciava per Professoressa sui social, riproponendo quello che è, di fatto, un immaginario pornografico che ruota intorno a questa professione, come accade anche per la Segretaria e l’Infermiera.
Poi ha notato che parlare in quel modo faceva ridere, ma, si sa, il riso abbonda sulla bocca degli stolti, e ha iniziato a “impartire lezioni di corsivo”. Non ha inventato una nuova lingua, semplicemente ha calcato la mano su un qualcosa che in rete (soprattutto su TikTok) già esisteva da due anni.
– I miei alunni delle medie mi hanno parlato di corsivo già un anno fa –
Possiamo dire che sia stata furba a cavalcare l’onda della moda ma non che si tratti di un genio.
La cosa che mi dispiace, però, è che la Professoressa giovane debba ancora ulteriormente essere associata a un’immagine di quel tipo, ancora una volta “oggettificata”, quando noi vere docenti stiamo facendo di tutto per slegare questo tipo di pensiero dalla nostra professionalità.
Diventa naturale negli altri criticare un libro dalla copertina, o da un’immagine vista su un social.
Essere una giovane donna, di bell’aspetto è ancora considerato in contrasto con il poter essere una docente rispettabile, perché, di fatto, ancora oggi questa figura professionale viene declassata per assecondare delle fantasie che appartengono all’uomo medio italiano.
Ancora una volta abbiamo la disfatta della lotta femminista, per l’ennesima volta stiamo perdendo perché non si comprende che svendere il proprio corpo non è un atto rivoluzionario ma un atto di sottomissione al patriarcato.