Leggendo questo libro la domanda che mi sono posta per tutto il tempo è stata sempre la stessa: a chi è rivolto? A chi ha già letto la Divina Commedia? A chi l’ha già fatta sua? O a chi non ha idea di cosa Dante dica nel suo Purgatorio?
Credo che si rivolga ad ognuno di questi lettori, ma in particolar modo all’ultimo.

Si sa, a scuola l’Inferno va per la maggiore, è appassionante conoscere le storie di quei dannati che, in alcuni casi anche a malincuore, sono finiti nei gironi infernali; inoltre anche il linguaggio che Dante utilizza nell’inferno è il più semplice e diretto, pertanto, ancora oggi, il più comprensibile.
Man mano, invece, che si compie la risalita per mezzo del monte del Purgatorio verso il Paradiso il linguaggio si fa più altisonante e, quindi, più ostico.
Per cui, spesso, a scuola si abbandona la Divina Commedia a metà strada, senza la possibilità di assaporare l’incontro con Beatrice, San Francesco e l’essenza divina stessa.
Ritengo, perciò, che questo libro di Aldo Cazzullo sia rivolto soprattutto a chi ha trovato difficoltà nel leggere le terzine di Dante e può risultare addirittura una lettura da fare in parallelo perché consente di comprendere il testo e la storia ma anche di fare piccoli approfondimenti in chiave contemporanea che non guastano mai.
Anche perché il bello della Letteratura è che non ha tempo, è imperitura e può fare da filtro per spiegare la realtà contingente.
Ed è questo che fa Cazzullo, ed è quello che mi riprometto di fare anche a scuola.
Soprattutto perché quando mi dicono che le materie umanistiche non servono a nulla dico che è vero, perché non sono serve di nessuno, ma restano utili per comprendere tanti aspetti dell’animo umano e del mondo che lo ospita.
Ecco come il libro “Il posto degli uomini” diventa efficace: avvicinando a Dante anche chi pensa che la Divina Commedia e la Letteratura tutta, siano soltanto pura fantasia e non una chiave per interpretare la realtà. 🤎✍🏻